I basidi e gli aschi si trovano nella parte fertile del fungo detta
imenio. Se il fungo è lamellato i basidi si trovano sulle
facce delle lamelle; se ha tubuli e pori sono all'interno dei
tubuli; si possono trovare anche sugli aculei (imenio idnoide) o
ancora, come nel caso delle vesce, nella polpa, all'interno del fungo.
In moltissimi Ascomiceti, gli aschi sono disposti "a palizzata", ossia
verticali e raggruppati.
Quando il fungo è maturo, le spore si staccano e cadono,
oppure vengono espulse con altri meccanismi naturali o per cause
accidentali (es. forza cinetica delle gocce di pioggia). Essendo
microscopiche e perciò leggerissime, vengono principalmente
disperse dal vento e se trovano condizioni di umidità e
temperatura adatte, germineranno emettendo una nuova ifa, la quale
crescendo e ramificandosi formerà il micelio primario di carica
sessuale determinata; successivamente dall'unione
di 2 miceli primari sessualmente compatibili, si formerà il
micelio secondario, il quale in condizioni ambientali favorevoli
fruttificherà dando vita a nuovi corpi fruttiferi
("funghi"); questi ultimi giunti a maturazione
produrranno nuove spore, chiudendo così il ciclo vitale.
Un carpoforo può emettere miliardi di spore.
Perché così tante? Si direbbe che le
possibilità che ha una spora di trovare il luogo e le
condizioni adatte dove germinare sono molto scarse, per cui sembrerebbe
che la natura sopperisca così a tale difficoltà.
Si
è accertato che le spore possono rimanere "dormienti" anche
per molti anni attendendo le condizioni adatte alla germinazione.
A seconda del loro modo di vivere e di nutrirsi i funghi si dividono in
3 principali categorie:
funghi sapròfiti
(il termine sapròfita deriva dal gr. sapros che significa
"putredine, decomposizione"), questi funghi si nutrono di materiale
organico morto (legno, fogliame, escrementi ecc.) o prodotti di scarto
di altri organismi viventi e sono indispensabili all'equilibrio
dell'ambiente naturale perché demoliscono i residui vegetali
ed animali come il fogliame caduto dalle piante, rami secchi o anche
vecchi tronchi in decomposizione, trasformando questo materiale in
molecole semplici le quali saranno riciclate nell'ecosistema;
funghi parassiti, i
quali invece si sviluppano su vegetali ed animali viventi provocando
talvolta gravi malattie e anche la morte dell'ospite. Si tratta in gran
parte di forme microscopiche che rappresentano un serio pericolo per
l'agricoltura e sono oggetto di particolare attenzione da parte degli
studiosi.
Certe specie possono essere tanto parassite quanto
sapròfite: è il caso dell'
Armillaria mellea
(il noto Chiodino) che aggredisce la pianta ospite e vive a sue spese
fino a causarne la morte per poi continuare a vivere su di essa come
sapròfita disgregandola completamente. Ma l'opera di questi
funghi è utile e necessaria alla natura, perché
generalmente il micelio si insinua nella corteccia degli alberi deboli
o malati contribuendo così ad accelerare la selezione
naturale;
funghi
simbionti, che sono la maggior parte delle specie fungine
dei boschi. Questi funghi contraggono dei rapporti di scambio di
elementi nutritivi con le piante. Il rapporto di simbiosi mutualistico
(a vantaggio di entrambi) è assicurato dalla formazione di
micorrize, che sono degli stretti legami tra il micelio del fungo e gli
apici radicali della pianta. Una volta stabilito questo legame, la
pianta, grazie al micelio fungino, aumenta considerevolmente la propria
superficie radicale che gli permette un maggiore assorbimento di acqua
(utile specialmente nei periodi di siccità) e sali minerali,
inoltre gli viene assicurato un incremento di resistenza alle malattie
grazie alla facoltà dei funghi di produrre sostanze
antibiotiche e in cambio fornisce le sostanze organiche necessarie alla
sopravvivenza del fungo.
I funghi hanno
dimensioni e forme molto variabili: esistono specie gigantesche e
specie microscopiche. Nel nostro pianeta è stimata
l'esistenza di oltre un milione di specie, di cui risultano descritte
finora solo una minima parte, circa 70.000.
I funghi raccolti devono essere riposti in un contenitore forato (il
classico cestino di vimini o altro materiale) perché
così si mantengono più freschi e mentre li
trasportiamo favoriamo la dispersione delle spore sul terreno. Sono
assolutamente da evitarsi i sacchetti in plastica, i quali
oltreché impedire la diffusione delle spore, non essendo
arieggiati favoriscono lo sviluppo di muffe patogene, per cui
è possibile avere delle intossicazioni anche gravi da funghi
appartenenti a specie ritenute commestibili.
I funghi velenosi o sconosciuti, raccolti a scopo di studio, devono
essere isolati dagli altri perché alcuni frammenti
potrebbero finire su quelli commestibili con delle conseguenze
pericolose e in ogni caso di incerta determinazione è
necessario rivolgersi all'Ispettorato Micologico del Servizio Sanitario
Nazionale, il quale effettua gratuitamente il controllo delle
specie fungine.
È opportuno evidenziare che già anticamente si
conosceva il pericolo derivante dall'ingestione dei funghi, il cui
termine è dato dalla composizione del lat.
funus (morte,
funerale, rovina) e
ago
(guidare, condurre, portare) quindi "apportatori di morte", per cui si
raccomanda estrema cautela!
Ovviamente...
IN CASO DI
DUBBIO ASTENIAMOCI SEMPRE DAL CONSUMARE I FUNGHI!
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Vista
l'importanza di questi organismi è necessario dedicargli il
massimo rispetto, raccogliendo solo i funghi commestibili di cui si
è certi della conoscenza botanica della specie,
lasciando
integri nel loro habitat quelli sconosciuti, velenosi o non
commestibili, utilissimi nel loro ambiente.